CIAOOOOO
Curiosando qua e là su internet, tra una lezione e l'altra, ho trovato questo sito www.ristretti.it che consiglio a tutti di andare a visitare e di leggere la rivista che il Carcere di Padova pubblica con gli interventi dei detenuti...
e ho scovato questa storia...ve ne riporto qualche pezzetto...
"La mia storia è cominciata così, tanto tempo fa: mio marito ed io ci fidanzammo quando lui aveva 23 anni ed io ne avevo 22. Quando poi ci sposammo non aveva una lira da parte, perciò ho sofferto la miseria in quantità, malattie, una vita dura. Con enormi sacrifici siamo riusciti ad acquistare il terreno per poter costruire la casa, ci siamo rimboccati le maniche e giù a mischiare ghiaia e cemento, ogni ora che mio marito era libero dal servizio, ogni lira che riuscivamo a far saltare fuori veniva impiegata lì. Io a un certo punto ricevetti un piccolo indennizzo per i beni abbandonati nell’Istria, a Pola, più un’elemosina che altro, che naturalmente investii lì. Ne sono usciti due appartamenti. La casa fu intestata a tutti e due, per cui eravamo proprietari entrambi.
...
Gli ultimi tre anni lui è cambiato da così a così, nel 1992, circa, ha cominciato a farmi qualche stupida osservazione ed è andato avanti così per un pezzo, poi ha iniziato a usare modi violenti, in una parola voleva farmi andar via di casa a tutti i costi e così la casa si è messo a spaccarla, a manomettere il riscaldamento, a staccarmi luce e acqua.
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Lui ha cominciato a scappare di casa, andava via senza di me. Non ho mai capito il perché.
Tutte le notti tornava a casa ubriaco.
Mi chiamava puttana... e io gli dicevo di lasciarmi stare, e una volta l’ho graffiato sul viso e lui rideva. Poi mi ha preso per i capelli e tirava. Ma secondo me gli davano qualcosa. Era cambiato come il giorno e la notte: prima tante gentilezze, tante carezze, dopo è diventato per me tutto buio. Voleva vendere la casa, io gli chiedevo dove saremmo andati a vivere, lui non voleva rispondermi. Voleva dividere la casa con due porte, così non ci saremmo visti per niente. Siamo andati davanti al giudice, e il giudice ha stabilito che doveva passarmi 250 mila lire al mese. Mio marito non voleva darmi neppure quelli.
Quando siamo usciti dalla stanza del giudice, mio marito mi ha detto solo: "Spacco tutto". Ma già metà era spaccato. Aveva gli occhi da pazzo di rabbia, ma penso che era una rabbia fatta di meschinità, per la paura del giudizio dei suoi colleghi e amici.
Sono andata tante volte a denunciarlo, ma non facevano niente, perché dicevano che lui era a casa sua e poi se ne andavano.
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Era a letto e mi minacciava; mi diceva: "Vedrai cosa ti faccio, puttana..." ...Allora ho preso un pezzo di legno, e con tanta rabbia glielo ho dato addosso, poi non si é più mosso. Allora sono uscita, ho preso dei sonniferi. Mi sono anche tagliata le vene, ma il sangue non usciva, si coagulava. Avevo tanta rabbia dentro. Sono tornata nella stanza dove giaceva lui. Ho anche tagliato la gomma di un tubo del gas, e mi sono distesa sul letto, accanto al corpo di mio marito."
...questa donna è in carcere ed ha settantacinque anni ed è stata condannata a 6 anni e 4 mesi per l'omicidio di suo marito...nonostante sia molto malata.
Dopo la tragedia però non ha esitato a chiamare per denunciare ciò che ha fatto...infatti dice:
"Ero troppo arrabbiata dentro di me, in quel momento volevo proprio fargli del male. Poi mi sono svegliata, e ho ricordato un po’ cosa era accaduto. Ho chiamato la Polizia, e ho detto: "Credo di avere ucciso mio marito", e poi ho dato l’indirizzo."
Questa signora ha passato molte sofferenze nella sua vita, vi invito a leggere la storia sul sito... però nonostante il suo gesto sbagliato e sicuramente condannabile si è sottoposta a giudizio per ciò che aveva fatto...
...questo può essere un esempio e magari ci può far riflettere...
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